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giovedì 20 febbraio 2014

Assenteisti Asl: spesa all'Eurospin o al mercato e per una visita senologica attese di 428 giorni

di Roberta Grassi » 17 febbraio 2014 alle 19:33

La signora delle pulizie che timbrava per tutti

BRINDISI – Se qualcuno dovesse ritenere che il fatto che i dipendenti della Asl di Brindisi finiti a processo per assenteismo andassero in giro a far la spesa dopo aver timbrato sia solo affar loro, si sbaglia di grosso. Se i medici non ci sono, le prestazioni sanitarie non possono essere fornite ai clienti. Le visite insomma non si fanno. E le liste d’attesa crescono. Smisuratamente. “L’assenteismo dei medici e dei dipendenti della Asl di Brindisi ha influito sui tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie”. E’ emerso oggi nel corso dell’udienza del processo a carico di 50 imputati, tra medici, infermieri, operatori sanitari e addetti alle pulizie, accusati di truffa ai danni della Asl per aver timbrato il cartellino, anche per i colleghi, per poi uscire dall’ufficio e recarsi a sbrigare faccende private. Tutto ciò nel distretto di via Dalmazia, in cui vi sono ambulatori oltre che uffici. A domanda del pubblico ministero che sostiene l’accusa, Milto Stefano De Nozza, l’unico testimone ascoltato oggi, il maresciallo Marco Senatore del Nucleo Antisofisticazione dei carabinieri di Taranto, ha risposto con dati precisi: “Abbiamo appurato che per via dell’organizzazione del lavoro, che prevedeva che le visite terminassero alle 12.30 di mattina, vi siano state delle conseguenze sulle liste d’attesa – ha spiegato Senatore – in quanto i dipendenti erano agevolati nell’allontanamento arbitrario dagli ambulatori. Del resto era il responsabile del servizio che dettava l’agenda”. E’ stato possibile accertare quindi che per quel che concerne il reparto di Radiologia, il cui responsabile medico ha patteggiato prima del giudizio, le attese per un consulto di senologia erano in media di 426 giorni. In Oculistica, invece, il cui responsabile, Vito Capone, 59 anni, è ancora imputato, si poteva giungere a 190 giorni di attesa per un esame specialistico. I dati sono riferiti agli anni 2009 e 2010, periodo in cui sarebbero stati commessi gli illeciti. Sempre dall’esame compiuto dal pm De Nozza sono emersi oggi altri dettagli sulle abitudini dei medici e degli altri dipendenti Asl: una infermiera, seguita dai carabinieri del Nas, è stata vista recarsi al caseificio e al mercato dopo aver timbrato il badge. Un medico, Teodoro De Castro, avrebbe fatto timbrare il cartellino alla moglie per poi recarsi al discount o molto spesso a casa. Un’altra operatrice avrebbe accompagnato invece la figlia a scuola. Il prolungarsi dei tempi d’attesa – ha spiegato in aula il pubblico ministero – è da ritenersi un danno per la Asl e per lo Stato che caratterizza il reato di truffa contestato agli imputati. E’ proprio sulla base di questo principio, sancito tra l’altro dalla Cassazione, che il giudice monocratico Giuseppe Biondi, ha rigettato l’opposizione di uno dei difensori che sosteneva che l’argomento “liste d’attesa” non fosse inerente al giudizio in questione, ma che si trattasse di altra materia. Non è così: vi è uno stretto nesso di causalità tra il comportamento dei dipendenti Asl in servizio in via Dalmazia o altrove, come si vedrà in seguito in un caso specifico, e il prolungarsi delle attese dei pazienti costretti a fissare appuntamenti a distanza di mesi dalla telefonata al numero verde o al Centro prenotazioni della Asl. Poche ore destinate all’utenza, quindi, secondo l’accusa. Perché bisognava ricavarsi un margine di minuti, talvolta di ore, per farsi gli affari propri. Tornando all’udienza odierna, si è concluso l’esame del maresciallo del Nas, Marco Senatore con l’analisi, punto per punto, di tutte le posizioni a processo (escluse quindi quelle stralciate perché chiuse in fase di indagini preliminari con un’applicazione della pena su richiesta delle parti). Alcune di esse erano state oggetto di approfondimento nelle scorse udienze. Oggi è toccato all’ultimo blocco, una trentina di imputati. Primo della lista Antonio Pantaleo, che è un assistente amministrativo. Con la sua Lancia Y andava e veniva negli orari più disparati. A timbrare per lui spesso e volentieri la donna delle pulizie, Antonella Cavallo, l’unica delle dipendenti della Markas che figura ancora tra gli imputati. Concetta Convertino, l’altra, ha patteggiato. Poi Mario Poli, dirigente medico convenzionato di odontoiatria. L’andirivieni osservato si è concentrato su tre automobili in suo uso, una Mercedes cabrio, una Smart e un Pajero. Per lui timbrava la donna delle pulizie, spesso e volentieri, ma anche la moglie che nulla aveva a che vedere con l’azienda sanitaria e che è alla sbarra come il marito. Quindi Luigi Ruggiero, generoso con gli altri tanto da strisciare il badge per loro, Maria Schina, una infermiera che usciva ed entrava con una Micra, e per la quale sono state rilevate anomalie, poi Luigina Sefani, quindi Antonella Trapani, assistente amministrativo con Lancia Lybra, Loredana Comunale che passava il badge alla macchietta marcatempo per poi andare al caseificio o al mercato di viale Commenda per fare spese. Andando avanti c’è: Lucia Padula, tecnico di radiologia, per cui vi è qualche episodio ritenuto non consono alle norme. Centrale la posizione di Antonella Cavallo, una delle due addette alle pulizie. Una sorta di “timbra-tutto” in vantaggio di colleghi di ogni ordine, mansione e grado. Ripresa dalle telecamere piazzate nei pressi della macchinetta marcatempo, si vede chiaramente che nelle tasche del suo grembiule da lavoro erano riposte decine di cartellini. C’è poi Enrico Ponzio, il medico Alessandro Galiano, l’operatore sociosanitario a tempo determinato Salvatore Palermo, assunto dopo il 2012, protagonista anche lui dello “scambio di favori”. Veniamo a un altro personaggio chiave, per lo meno in riferimento alle contestazioni passate ai raggi x nell’udienza odierna. Sempre su domanda del pm Milto Stefano De Nozza, il maresciallo Senatore ha spiegato che il dirigente medico, privo di ruolo apicale, che prestava servizio all’ospedale Di Summa, in realtà timbrava in via Dalmazia. Perché? Non lo si comprende. La sua abitazione, in via Marco Aurelio, si è detto oggi, è equidistante dai due luoghi. Ad ogni modo entrava in servizio attorno alle 7.30, ogni giorno, per poi allontanarsi per raggiungere lo sportello bancomat del Monte dei Paschi di Siena in via Appia, andare in centro, fermarsi a fare commissioni, andare all’Eurospin con una donna, salire presso la propria abitazione con le buste della spesa, e poi, una volta risolto ogni problema personale, raggiungere il posto di lavoro. De Castro non era inizialmente nell’elenco delle persone destinatarie di una misura cautelare eseguita il 15 novembre del 2010, ma fu arrestato in flagranza e quindi finì nel novero dei 26 dipendenti Asl posti ai domiciliari o raggiunti da altri provvedimenti interdittivi. L’operatrice Tiziana Centonze, del dipartimento handicap della Asl andava ad accompagnare la figlia a scuola, a quanto pare, sistematicamente. Singoli episodi sono riferiti ad Antonio Campa, Michele Campanelli, Gabriella Ribezzi, Maria Damiano, Antonio Rosato, Antonia Saponaro che andava a casa, al giornalaio e poi al distretto. All’endocrinologo Rizzello, a Greco Lucrezia, al fisioterapista Eupremio Cozzoli, alle infermiere Maria D’Amico, Laura Mandurino. Ad Anna De Bonis, a Maria Putignano (la moglie del medico Poli), E infine al dirigente di Radiodiagnostica, Antonio Carmelo Vitali. Le indagini sono state lunghe e articolate, non si sono fermate neanche dinanzi a un ostacolo apparentemente insormontabile: il 13 agosto 2009 qualcuno scopre che negli ambienti del distretto vi sono occhi indiscreti. Da quel momento in poi non si poté più contare sulla tecnologia. Ma gli uomini del Nas andarono comunque avanti con attività investigativa tradizionale. Fino al blitz del novembre 2010, data “limite”, oltre alla quale non vi sono informazioni dettagliate sull’andazzo alla Asl di Brindisi (costituitasi parte civile con l’avvocato Rosario Almiento, insieme alla Regione Puglia). Si sa però che i tempi di attesa sono sempre lumaca. Ora però si fanno le risonanze anche di notte.
(fonte. http://www.brindisireport.it/cronaca/2014/02/17/spesa-alleurospin-e-le-liste-dattesa-si-allungano/)